In tempi remoti, il mondo di Bloodbowl era un campo di battaglia perpetuo, un’arena perenne in cui la guerra non era soltanto distruzione, ma un’arte, un rituale che manteneva l’equilibrio tra le fazioni. Non c’era mai una vittoria totale, né una sconfitta definitiva: il mondo oscillava in un delicato equilibrio, in cui ogni fazione aveva il suo posto e ogni guerriero il proprio destino. Tra i più temuti e rispettati di questi guerrieri vi era Wago, una leggenda vivente. Dotato di una forza prodigiosa e di una strategia senza pari, Wago era considerato il baluardo della pace turbolenta che regnava, il campione che più di ogni altro incarnava lo spirito di quel mondo.
Eppure, Wago non era invincibile. Flea, Sbid, Mr. Picciano e molti altri campioni, ognuno con abilità uniche e affinate nel fuoco di mille scontri, tenevano testa al leggendario Wago. I loro scontri divennero epici, le cronache narravano di battaglie in cui l’intera valle tremava sotto i colpi dei guerrieri, eppure nessuno osava mai annientare del tutto l’altro. La guerra, nel mondo di Bloodbowl, era un linguaggio, una forma di rispetto, e il solo campo in cui i loro rapporti di potere trovavano equilibrio.Poi, un giorno, il Maelstrom di Pomezia si svegliò. Un vortice di caos puro, una tempesta scatenata dai poteri oscuri dei Vecchi, si abbatté su Wago. Il guerriero leggendario venne risucchiato nel Maelstrom, perdendo gran parte della sua forza e scomparendo nei recessi del mondo, laddove il tempo stesso si piega su se stesso e la realtà si frantuma in mille frammenti di follia. Senza il loro campione, le forze che una volta bilanciavano il mondo iniziarono a vacillare.
Nel frattempo, il Ducato indipendente di Cassinum, una terra di forti e fieri guerrieri, si trovò vittima di una nuova minaccia: la Magia dell’Adunanza. Questa forza oscura, conosciuta solo attraverso antiche leggende, risucchiava i guerrieri più potenti all’interno di artefatti magici, legandoli a carte che potevano essere evocate solo da chi ne possedeva la chiave. Le terre di Cassinum persero così i loro campioni, ridotti a semplici reliquie di un’epoca passata.
Con Wago ridotto a una pallida ombra di sé stesso e Cassinum privato dei suoi migliori guerrieri, Flea, ormai l’unico a poter reclamare il titolo di campione, si scoprì l’Eletto di Nuffle. Una notte, durante un sogno lucido, Nuffle, la divinità burlona e capricciosa del Bloodbowl, gli apparve e gli consegnò due dadi d’oro scintillanti. “Con questi,” disse Nuffle, “dominerai ogni avversario. Ma ricorda, il potere senza sfida è una prigione.”
Inizialmente, Flea abbracciò il dono con entusiasmo. Con i dadi d’oro, ogni partita era una vittoria sicura, e i suoi avversari cadevano come mosche. La regione della Ciociaria e dell’alto Casertano tremava sotto il suo dominio, e il nome di Flea divenne una leggenda. Nessuno osava sfidarlo, e nessuno poteva resistergli.
Ma presto, l’euforia si spense. Le partite divennero noiose, i rivali sempre più deboli, il suo cuore si sentiva vuoto. Flea non desiderava il dominio assoluto, ma la sfida, il rischio, il piacere del confronto. Persino gli dèi sembravano ridere di lui, come se il suo stesso potere fosse una condanna. Solo allora capì il monito di Nuffle: un campione senza rivali è solo, imprigionato nella propria gloria.
Con il cuore oppresso e in cerca di una soluzione, Flea ripose un’ultima speranza in un evento che avrebbe riacceso il fuoco dell’arena. Decise di organizzare uno scontro definitivo, chiamando a raccolta i guerrieri più valorosi e invitandoli allo Skybowl del 17 Novembre, il più grande torneo mai visto. In questo evento, Flea avrebbe messo in palio i suoi stessi dadi d’oro, il simbolo del suo potere e della sua solitudine, per chiunque fosse riuscito a sconfiggerlo.
Per la prima volta, la competizione attirò non solo vecchi amici e rivali, ma anche leggende come Kellus, il guerriero stratega, maestro delle tattiche impossibili; Grande_Abirtro, il giudice implacabile e padrone di antichi rituali di gioco; e persino *Wago, il campione di un tempo, che nonostante la debolezza residua dei suoi poteri, era deciso a dimostrare che la sua volontà non era stata annientata dal Maelstrom.
La sfida lanciata da Flea infiammò gli animi e accese nuove speranze, unendo le terre di Ciociaria, alto Casertano, Cassinum, e persino Pomezia in un’attesa febbrile. Flea, rinnovato nell’animo, attendeva il giorno del torneo con un misto di eccitazione e timore, perché sapeva che, qualsiasi fosse il risultato, il mondo di Bloodbowl sarebbe cambiato per sempre.
Il 17 novembre, le arene dello Skybowl si illumineranno di sfide leggendarie, e Flea, ora più che mai pronto a dare tutto, attende di scoprire chi, tra i campioni radunati, riuscirà a strappargli la vittoria e a reclamare i dadi d’oro.
Che storia incredibile!
RispondiEliminaLa nostra storiaccia!
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